Diario di Lettura di “Questa è strategia” di Seth Godin
- Mario Antonaci
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C’è qualcosa di antico e nuovo insieme in questo libro. Lo prendi in mano e senti subito che non è una raccolta di formule magiche, non è l’ennesima bibbia del marketing. È qualcosa di più sottile, più audace: un invito a pensare. A prendere le proprie scelte sul serio. A non rimanere incastrati nelle gabbie di ciò che è già stato fatto.

L’asticella si alza: la qualità è l’unica via d’uscita
Ci vuole coraggio. Non per fare di più, ma per fare meglio. C’è un punto in cui devi smettere di voler piacere a tutti e capire che il tuo lavoro deve essere rilevante per qualcuno. Non si tratta di inseguire il clamore, ma di costruire una verità che abbia radici.
Godin lo dice chiaro: basta voler essere ovunque, basta produrre contenuti per il gusto di farlo. La visibilità non è strategia, è solo rumore. Il gioco si fa duro quando devi decidere per chi sei davvero, chi vuoi servire, chi vorresti deludere, se necessario.
Nota a margine: questa frase merita di essere sottolineata, appuntata, riscritta su un foglio che potresti trovare anni dopo: “La strategia non è inseguire chiunque, ma sapere dove fare la differenza”.
Le idee sono ovunque: ciò che conta è come le usiamo
Un tempo era diverso. Bastava un’idea geniale, una scintilla e tutto poteva cambiare. Oggi no. Oggi le idee sono commodity, sono ovunque, alla portata di chiunque. Il valore non è più nell’intuizione ma nell’esecuzione. E qui si apre una ferita profonda: quanti hanno il coraggio di mettersi davvero all’opera? Di scavare? Di restare?
E qui, come un’ombra lunga, arriva Cal Newport con Deep Work e Slow Productivity. Il punto non è solo la strategia, il punto è la capacità di stare dentro al lavoro, con disciplina, con profondità, senza distrazioni. Se il mondo urla e ti chiede di fare di più, Newport e Godin rispondono all’unisono: fai meglio. Togliti il rumore di dosso, spegni il frastuono, e lavora su ciò che conta davvero.
Punto da mettere da parte: La conoscenza non è più il valore differenziante. Il vero vantaggio competitivo è la capacità di lavorare in profondità su un’idea, farla maturare, darle respiro.
Lavoro profondo e strategia: la chiave per il futuro
E allora si torna lì: la strategia non è una mappa, è un percorso. E richiede pazienza, visione, fatica. Non c’è nessun algoritmo che possa sostituire il pensiero di chi sa leggere tra le righe, di chi capisce il momento giusto per agire.

La resilienza, dice Godin, è la vera strategia. Resistere alle mode, ai richiami facili, alla tentazione di fare tutto e subito. Bisogna scegliere una direzione e seguirla senza paura. Bisogna accettare che il successo non è immediato, che la reputazione si costruisce pezzo dopo pezzo, che il valore di ciò che creiamo sta nella cura con cui lo realizziamo.
Frase da non dimenticare: “Le idee non sono ciò che fa la differenza. Ciò che conta è il lavoro che si fa per trasformarle in realtà.”
Un invito al coraggio
Se dovessi lasciare qui un pensiero per il me stesso di domani, sarebbe questo: smetti di cercare l’idea perfetta. Inizia a lavorare su ciò che hai già tra le mani. Abbi il coraggio di fare meno, ma di farlo meglio. Scegli il tuo pubblico. Costruisci con attenzione. Datti il tempo di fare qualcosa che lasci davvero il segno.
Seth Godin e Cal Newport, in fondo, dicono la stessa cosa: il futuro appartiene a chi sa scegliere cosa ignorare. E a chi ha la pazienza di costruire senza rincorrere il rumore di fondo.